Lavoro e invalidità: un apparente ossimoro: indagine qualitativa sul ruolo dell’operatore sociale che si occupa dell’integrazione professionale sul libero mercato di persone invalide

Riccio, Monica (2018) Lavoro e invalidità: un apparente ossimoro: indagine qualitativa sul ruolo dell’operatore sociale che si occupa dell’integrazione professionale sul libero mercato di persone invalide. Bachelor thesis, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

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Abstract

Il passaggio dall’epoca fordista a quella post-fordista ha rimesso in discussione il concetto di stato sociale tipico degli anni dell’industrializzazione. A seguito di interventi di politica sociale e del lavoro, si è passati dal vecchio concetto di welfare state - il cui fondamento era il lavoro subordinato tipico del periodo fordista - al neonato concetto di wokfare state che è finalizzato alla creazione di incentivi che possano incrementare l’ingresso sul mercato del lavoro di quelle fasce di popolazioni che solitamente sono escluse dall’economia primaria e che sono al beneficio di sussidi statali. Questi interventi da un lato mirano ad allegerire la spesa pubblica, dall’altro mirano all’inclusione sociale. Anche il sistema di sicurezza sociale svizzero è stato interessato dal passaggio al workfare state: ne sono un esempio la quinta e la sesta revisione apportate all’Assicurazione Invalidità. Tali cambiamenti politici e sociali hanno avuto influenza anche sull’agire professionale di figure quali quella dell’operatore sociale, motivo per cui il tema di questo lavoro è proprio incentrato sul ruolo dell’operatore sociale che si occupa di integrazione professionale di persone invalide sul libero mercato. L’interesse per questo argomento è nato durante un periodo di stage di cinque mesi svolto presso il servizio sociale della sede di Bellinzona della Pro Infirmis, dove ho avuto modo di approcciare al tema. Questa tipologia di integrazione professionale prevede per l’operatore la collaborazione con aziende del mercato primario e questo vuol dire entrare in comunicazione diretta con un mondo, ossia quello economico, molto lontano dal mondo del sociale per principi e finalità. Sono state somministrate sei interviste semistrutturate ad altrettanti operatori sociali di servizi che sul territorio si occupano in prima persona dell’inserimento professionale sul libero mercato di persone invalide ed una intervista cogiunta a due consulenti del settore integrazione professionale dell’Ufficio dell’Assicuazione Invalidità. Si è indagato, innanzitutto, su quale fosse il modus operandi dell’operatore sociale e dei consulenti e su quali fossero le difficoltà, le barriere, gli ostacoli che si trovano ad affrontare nella messa in pratica del loro lavoro. Tale scelta ha permesso un confronto sui diversi modi di intraprendere e interpretare il ruolo professionale, da un lato, dell’operatore sociale che per formazione e propensione tende naturalmente a favorire l’inclusione sociale, dall’altro dei consulenti dell’Assicurazione Invalidità che, seppur con finalità differenti, si fanno promotori di un processo inclusivo. Ne è risultato un quadro di quelli che sono i fattori (come la motivazione, la competenza, il rispetto delle regole) che contribuiscono alla riuscita di un processo di integrazione professionale di persone invalide sul libero mercato. E’ emerso, inoltre, come la messa in pratica del lavoro sia condizionata dagli strumenti - a volte diversi - che operatori e consulenti hanno a disposizione. Innanzitutto le politiche del workfare state in generale impattano su vari ambiti della società e questo è dimostrato dal fatto che agli operatori dei servizi non venga richiesto di occuparsi dell’integrazione solo di persone in invalidità, ma anche di persone inattive professionalmente per motivi diversi rispetto alla disabilità fisica o mentale. Le difficoltà derivano innanzitutto dal fatto che l’inserimento di persone con fragilità non sia una conseguenza di una richiesta di mercato. I risultati di questa ricerca hanno mostrato, anche a livello numerico, che i consulenti dell’Assicurazione Invalidità sembrano essere agevolati nella messa in pratica del loro lavoro, soprattutto dagli strumenti (come il rilevamento tempestivo o gli incentivi economici proposti alle aziende che collaborano) di cui possono disporre. Per ovviare a questo gap tra operatori e consulenti vengono proposte delle soluzioni (come pensare ad una formazione mista) affinché il lavoro dell’operatore sociale possa risultare funzionale sia alle esigenze delle persone svantaggiate sia a quelle del policy maker.

Item Type: Thesis (Bachelor)
Corso: UNSPECIFIED
Additional Information: Opzione: Assistente sociale
Uncontrolled Keywords: workfare state, lavoro, assicurazione invalidità, integrazione professionale, operatore sociale
Subjects: Scienze sociali
Divisions: Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale > Bachelor in Lavoro sociale
URI: http://tesi.supsi.ch/id/eprint/2265

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