App-roccio educativo: il telefonino come strumento educativo con gli adolescenti

Brighenti, Mattia (2015) App-roccio educativo: il telefonino come strumento educativo con gli adolescenti. Bachelor thesis, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

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Abstract

La scelta del seguente lavoro di tesi è nata dall’interesse per uno strumento inusuale nel lavoro sociale ma utilizzato all’interno del Progetto Équipe ADOC nel quale ho svolto la pratica formativa, ossia il telefonino. Équipe ADOC offre sostegno ad adolescenti che per difficoltà famigliari si allontanano dal nucleo famigliare ed intraprendono un percorso verso l’autonomia, confrontandosi con il mondo esterno. La domanda di tesi si focalizza su come i suddetti adolescenti e gli educatori di Équipe ADOC possono instaurare una relazione educativa attraverso il telefonino, fonte di scambio tra le parti. Il telefonino, di largo utilizzo tra gli adolescenti, diventa così un mezzo relazionale in grado di mettere in comunicazione utenza e operatori sociali. La metodologia utilizzata fa riferimento ad interviste proposte alle adolescenti del progetto e ad alcuni operatori del servizio, così come all’osservazione durante il periodo di stage. Gli obiettivi vertono nel comprendere quale sia la percezione educativa da parte delle adolescenti intervistate in merito al telefonino e come questo strumento venga utilizzato dalla coppia educativa di riferimento per perpetuare nel proprio operato, con l’intento di conferire all’utenza la maggiore autonomia possibile e al tempo stesso rendere interdipendenti le utenti una volta giunte a fine percorso nella relazione con la propria rete sociale. Il telefonino, all’interno del contesto di ADOC, come in qualunque circostanza, rappresenta un oggetto di congiunzione tra due persone che non si possono vedere nel medesimo spazio; questa opportunità di collegamento ha dimostrato quanto sia rilevante nel rapporto tra utenti e educatori, però senza fungere da sostituto alla presenza educativa. Dalla ricerca empirica emerge come le adolescenti, sin dagli inizi, si sentano a proprio agio con la rispettiva coppia educativa e come la relazione si sviluppi da una messa in contatto per questioni pratiche fino a giungere alle questioni di natura emotiva. Emerge altresì che il rapporto tramite il telefonino non sia di per sé esaustivo e che le relazioni si possano realmente definire tali se compensate da una presenza effettiva nella comunicazione. Un ulteriore elemento riguarda come sia labile il confine tra solitudine ed autonomia: ricercando quest’ultima, le adolescenti intervistate, vivono una situazione di solitudine, data dalla separazione dal nucleo famigliare e il percorso verso la maturità. Tuttavia, il telefonino si rivela strumento di connessione con il mondo esterno e di ricerca di conferme per questioni pratiche. Sovente si pensa che la comunicazione rientri tra una delle azioni più naturali al mondo per l’essere umano; tuttavia, non è così scontato. Le persone hanno la facoltà di comunicare, di farsi sentire, però una reale virtù non è di chi parla, ma di chi riesce a sentire, ad ascoltare con attenzione. È necessario, dunque, saper prestare attenzione all’ascolto di chi abbiamo di fronte, che sia in forma verbale o scritta, non dare nulla per scontato ed essere in grado di sfruttare tutte le risorse a nostra disposizione per cercare di dare il giusto sostegno, mantenendo l’ottica di un percorso verso l’autodeterminazione.

Item Type: Thesis (Bachelor)
Corso: UNSPECIFIED
Additional Information: Opzione: Educatore sociale - Luogo di stage: Équipe ADOC (Fondazione Amilcare)
Uncontrolled Keywords: cellulare, autonomia, relazioni, comunicazione, autodeterminazione
Subjects: Scienze sociali
Divisions: Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale > Bachelor in Lavoro sociale
URI: http://tesi.supsi.ch/id/eprint/284

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