Arte in fabbrica

Bianchino, Jacopo (2018) Arte in fabbrica. Bachelor thesis, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

[img] Text (Tavola 1)
01_TAV 1_200.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (2MB) | Request a copy
[img] Text (Tavola 2)
02_TAV 1_100.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (1MB) | Request a copy
[img] Text (Tavola 3)
03_TAV 1_100.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (72MB) | Request a copy
[img] Text (Tavola 4)
04_TAV 1_50.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (6MB) | Request a copy
[img] Text (Tavola 5)
05_TAV 1_20.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (11MB) | Request a copy
[img] Text (Tavola 6)
06_TAV 1_5.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (913kB) | Request a copy
[img] Text (Tavola 7)
07_TAV SOSTENIBILITÀ.pdf
Restricted to Repository staff only
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (9MB) | Request a copy

Abstract

Il progetto “Arte in Fabbrica” nel Parco delle Gole della Breggia si è sviluppato partendo da un’approfondita analisi e ricerca del contesto, storica e geologica, utili a conoscere l’ambiente e il territorio circostante, quali strumenti di base per la progettazione. Sulla base di un masterplan, dal quale si è partiti a sviluppare il progetto singolarmente, si è giunti così a definire quattro diversi volumi edilizi che, insediati sull’intero lotto, ripropongono forme e dimensioni del nucleo esistente adiacente. Il masterplan studiato, inoltre, ha avuto sin dall’inizio un’impronta del tutto industriale, riproponendo il tema della fabbrica, vista l’impronta lasciata, attraverso le rovine, sull’intero lotto e vista la vicinanza della Saceba, un’industria del cemento abbandonata. Il piano del nucleo si è caratterizzato anche per una logica suddivisione degli spazi esterni che hanno visto la definizione di uno spazio pubblico, uno semi-pubblico e uno privato, come terminale dell’insediamento. Una divisione che ha permesso di organizzare un percorso espositivo tra i diversi volumi, dando la possibilità di visitare l’intero nucleo e ammirare i singoli volumi nella loro semplicità. Decidendo di proseguire verso questa direzione, il progetto si caratterizza per riprendere i punti essenziali dell’industria, dalle forme alla struttura, basandosi principalmente su tre punti chiave: una struttura portante flessibile, la pianta libera, il contatto sociale e la condivisione degli spazi. Sulla base di tutti questi concetti, si sono sviluppati dei volumi che si caratterizzano per un’ossatura portante leggera ridotta all’essenziale e una pianta completamente libera da poter organizzare e gestire a seconda delle funzioni. L’ingresso al nucleo, nuovo ed esistente, avviene principalmente attraverso un ponte che collega le due sponde divise dal Breggia. Giunti nel Parco si può accedere da una parte al nucleo esistente, all’interno del quale sono situati l’architetto e lo scultore, e dall’altra al nuovo insediamento che prevede la localizzazione delle restanti 5 arti: pittura, musica, poesia, cinema e danza. I volumi, sin dal masterplan di base, risultano disposti secondo una logica che permettesse di formare tre spazi simili a corte con una valenza differente a seconda delle funzioni all’interno. I primi due blocchi, pertanto, hanno una funzione pubblica ad invitare i visitatori passanti per il parco. In particolare, uno spazio espositivo, utilizzato dagli artisti per mostrare le loro opere, e un ampio spazio di ristoro che accumuna visitatori e artisti. Entrambi i volumi si relazionano con il nucleo esistente e con il Breggia, volto a cercare un collegamento diretto tra i comparti. Procedendo secondo il percorso delineato, lungo la roggia, si situano gli atelier degli artisti, che mostrano una relazione diretta sia con la natura, l’acqua e la valle, che con le rovine preesistenti. A differenza dei volumi pubblici, che presentano una forma pulita e semplice con un tetto a due falde, gli atelier si caratterizzano per la copertura a shed, una forma tipicamente industriale. Quest’idea nasce dalla volontà di riproporre l’aspetto e il clima delle vecchie fabbriche, con ampi volumi e luce naturale zenitale. Sulla base del concetto del co-working, gli atelier, al loro interno, si presentano come un open space privo di tamponamenti divisori allo scopo di far collaborare tra loro le arti e far condividere idee e progetti. Dunque, gli artisti e i visitatori possono, attraverso anche una galleria soppalcata, tranquillamente passeggiare all’interno dell’unico volume, curiosando nei diversi spazi. Per chiudere il mappale, quasi come una roccaforte, è stato posizionato il blocco degli alloggi, sancendo la fine del percorso espositivo e definendo uno spazio privato verso sud-est ad uso esclusivo degli artisti. Tale volume di presenta con la sezione medesima degli atelier disposta, però, longitudinalmente mantenendo una fascia di aperture al piano terra e una porzione piena al piano primo con luce zenitale proveniente da ovest, per poter accompagnare l’artista nel suo rientro a casa alla sera. Il piano terra prevede uno spazio completamente aperto e ospita la zona giorno degli artisti, dove possono riposarsi, pranzare e condividere i pensieri. Al piano primo, invece, si trovano gli alloggi, divisi tra loro per concedere uno spazio privato ai singoli utenti. Tutti i quattro blocchi prevedono, quindi, una pianta libera priva di tamponamenti, se non minimi per esigenze specifiche quali protezione acustica e termica. Gli spazi sono stati studiati per essere autogestiti a seconda delle esigenze degli artisti e per eventuali nuove funzioni, differenti da quelle del tema proposto. A livello costruttivo, per riuscire in questo intento, si è scelto di utilizzare, per la maggior parte della struttura, l’acciaio, un materiale facilmente riciclabile e, rispetto ad altri materiali di costruzione, di facile esecuzione. L’acciaio, con un contenuto medio di materiale riciclato intorno al 40%, caratterizza la struttura portante orizzontale e verticale, i serramenti e il rivestimento esterno. Questo materiale assicura i concetti di flessibilità e libertà nella gestione degli spazi pensati per il progetto. Il nucleo per artisti si caratterizza in particolar modo per il rivestimento di facciata: lastre in acciaio Cor-Ten. Questo risulta essere un materiale che invecchia con naturalezza e che sa mostrare i segni del tempo, un elemento visibile nel nucleo esistente. Inoltre, con l’acciaio Cor-ten come rivestimento si intende mostrare il nuovo nucleo in modo tale che possa attirare visitatori all’interno dell’affascinante parco e possa accentuare ancora di più il tema della fabbrica, grazie al suo color ruggine, dando l’idea di volumi esistenti da anni e non di recente costruzione. A chiudere i volumi si sono sviluppati delle coperture a falde, a richiamare sia la tradizione del nucleo esistente sia quella della fabbrica.

Item Type: Thesis (Bachelor)
Corso: UNSPECIFIED
Supervisors: Cattaneo, Massimo and Guscetti, Giorgio
Subjects: Costruzioni
Divisions: Dipartimento ambiente costruzioni e design > Bachelor in Architettura
URI: http://tesi.supsi.ch/id/eprint/2377

Actions (login required)

View Item View Item