Quale accoglienza per la sofferenza della famiglia?: indagine sulle pratiche di ascolto e accoglienza della sofferenza delle famiglie nell'impatto con i servizi

Steffanina, Fabia (2017) Quale accoglienza per la sofferenza della famiglia?: indagine sulle pratiche di ascolto e accoglienza della sofferenza delle famiglie nell'impatto con i servizi. Bachelor thesis, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

[img] Text
Steffanina_Fabia.pdf - Published Version
Available under License Creative Commons Attribution Non-commercial.

Download (941kB)

Abstract

Il presente lavoro vede la sua origine a partire da una situazione osservata durante un periodo di stage presso il CEM Casa Primavera di Lugano. Tale situazione concerne le pratiche di accoglienza riservate alle famiglie dei minori allontanati e collocati all’interno di una struttura, che, sulla scorta di un esempio pratico particolare, appaiono come non sufficienti o non sufficientemente esplicite. Delineato l’esempio pratico particolare, l’intenzione è quella di indagare quale forma le pratiche di accoglienza dedicate alle famiglie, in particolare alla sofferenza che esse possono sperimentare nell’impatto con i servizi (per tramite di un loro caro), assumono in ambiti di presa in carico diversi. Tale obiettivo è stato perseguito attraverso quattro interviste che hanno coinvolto professionisti impegnati nell’ambito della psichiatria, della disabilità, della dipendenza da alcol e dei minori adolescenti. Alla luce di quanto emerso dalle risposte dei professionisti e sulla scorta di una bibliografia incentrata sulla pedagogia della famiglia e su concetti quali integrazione e aver cura, si è tentato di delineare un insieme di elementi caratterizzanti una possibile buona pratica di accoglienza. All’interno del lavoro la buona pratica è stata identificata come un approccio che sia in grado di ritagliare uno spazio di dignità e riconoscimento al sentimento di dolore che spesso tocca le persone che si trovano coinvolte con i servizi per tramite di un famigliare. L’insieme di elementi, raccolti all’interno di un ricettario, è stato elaborato a partire dal punto di vista dell’istituzione e del suo mandato, dal punto di vista dell’operatore sociale (che in prima persona si vede sollecitato nell’incontro con le famiglie) e dal punto di vista delle famiglie stesse, chiamate a fronteggiare avvenimenti che rientrano in quegli imprevisti della vita che potrebbero accadere a chiunque. Alla luce di ciò emerge come dato cruciale che la pratica di accoglienza riservata alle famiglie sia orientata ad un ascolto non giudicante, dove la consapevolezza delle rappresentazioni (del professionista e dell’istituzione stessa) sia la costante perché l’incontro avvenga in maniera autentica, con lo scopo di annullare eventuali vissuti di indifferenza e svalorizzazione. Per tale motivo risulta altresì importante che i servizi siano predisposti ad offrire spazi appositi all’interno dei quali sia possibile agire tali pratiche di accoglienza. Il lavoro si conclude con alcune riflessioni che interessano l’azione professionale dell’educatore in prima linea sollecitato a rispondere alle richieste e alle domande che giungono dalle famiglie. In questo senso si è voluto porre l’accento su quello che viene definito un approccio antropologico che tiene conto delle persone che si incontrano, senza dimenticare i vincoli che il proprio ruolo veicola.

Item Type: Thesis (Bachelor)
Corso: UNSPECIFIED
Additional Information: Opzione: Educatore sociale - Luogo di stage: Ingrado - Centro residenziale
Uncontrolled Keywords: famiglia, consulenza famigliare, pratiche di accoglienza, ascolto, spazi di ascolto
Subjects: Scienze sociali
Divisions: Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale > Bachelor in Lavoro sociale
URI: http://tesi.supsi.ch/id/eprint/1904

Actions (login required)

View Item View Item